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Noas de Importu mannu | News

Sardigna Scida! Bring the Noize!
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sabato 28 aprile 2012


In questi giorni si sente parlare del  referendum del 6 Maggio e pare che sia diventata una Speranza per la Sardegna. 
La canzoncina suona molto stonata. Chi sono i signori che promuovono questi dieci quesiti, chi sono i signori che hanno raccolto 15000 firme. i Poco Pratici , fantofolas, Cappelloide pronto per andare a sedersi a Roma alle prossime Italiane, Udc, insomma c'è un po' di tutto anche chi si accoda all'ultimo minuto per recuperare un po' di credibilità andata a puttane da tempo.
Pare, ma andrebbe confermato, che chi promuove un referendum ed ha raccolto le firme ha diritto ad un Rimborso ? Sarebbe paradossale, no ?
Ma andiamo al dunque. Sono dieci quesiti, dieci domandine di cui pochi sanno nulla se non , lo slogan
apparso nei volantini ( con tricolore italiota sparato...)
VUOI CAMBIARE LA SARDEGNA ? URLALO CON UNA VALANGA DI SI ...


Mi viene un dubbio atroce, ma questa gente non era quella che ha sempre sostenuto che fossero gli indipendentisti e le associazioni ad URLARE e fare poche proposte? Ed ancora, questa valanga di SI  possono Cambiare la Sardegna ?  Sono anni che vedo la Gente lamentarsi e non partecipare manco
ad una manifestazione in piazza ed ora sono tutti Illuminati dal Referendum che dovrebbe salvare il culo a tutti.. Perdonate ma non sono bravo a fare analisi politiche acute, mi limito solo ad esprimere un mio pensiero così che anche Tzia Mariuccia possa comprendere, perchè a differenza dello Stato italico io preservo l'ignoranza davanti alla Legge visto che le leggi sembrano scritte in sanscrito.

Quindi è doveroso, per chi decide di andare a votare, avere consapevolezza di tutto ed essere ben informati. L'informazione stessa da parte del Movimento referendario sardo è stata tardiva, poca e inconsistente. Solo in questi ultimi giorni  troverete da qualche parte questi volantini dove nulla è spiegato se non con i soliti Slogan.

Dieci domande alla partenza. Le prime cinque riguardano le Province sarde. Premesso che questi Enti spesso sono Parcheggi di politici Trombati o di qualche feudatario locale e detto che spesso non riescono
a governare i loro Territori, mi chiedo :
Meglio abolirle ed accentrare tutto sulla Regione oppure meglio Riformarle affinché restino le Nostro Regioni Storiche e diano Servizi ai cittadini, preservino il territorio e le sue specificità  in modo serio ?
Certamente non si capisce quale sia la soluzione alternativa proposta dai referendari e visto che la nostra è Una Nazione,  parola di cui tutti si riempiono la bocca oggi, allora esistono anche le nostre Regioni che conservano le loro culture, i loro dialetti, le loro risorse.  Quindi dico NO all'abolizione e SI ad una riforma ed una ottimizzazione di uffici, assessorati delle Regioni Storiche.  Inoltre stando ai conti quanto si risparmierebbe abolendole visto che sono stati spesi già tanti soldini nostri per metterle in piedi?
Inoltre non cambierebbe gran chè se gli Uffici provinciali magari diventano Uffici dislocati Regionali... stessi percheggi, stessi dipendenti.  Un'idea potrebbe essere quella di associare tutti i comuni di una Regione
sarda ( provincia ) per istituire un organo amministrativo territoriale che possa disporre di Risorse per dare dei Servizi.
Taglio dei consiglieri regionali. Tutti urlano al ladro anche quelli che quella gente l'ha mandata a sedersi in Regione. Il quesito numero sette porrebbe i movimenti ed i piccoli partiti sardi  che davvero potrebbero essere la nuova linfa, la nuova alternativa del governo nazionale sardo, in una posizione difficile.
Le voci libere di questa terra sarebbero tagliate fuori  a beneficio dei Soliti dinosauri partitici itagliani.
La pluralità prima di tutto e quindi  SI  tagliare stipendi e Benefici, spese inutili ( quesito numero sei ) ma cambiare la legge elettorale e impedire a certe facce da culo di ripresentarsi per piu' di due legislature,
cosa non menzionata dai referendum.

Un Si lo metterei sulla questione dell riscrittura dello statuto sardo vecchio di sessant'anni. Ma che scoperta! Siamo anni che diciamo NOI NON SIAMO AUTONOMISTI. Lo statuto, se ben importante, non è altro che una carta che deve rifarsi alle leggi Italiane e quindi è subordinato  pur sempre alla costituzione italiana. Quesito numero dieci. Ci dovrebbero spiegare però nel dettaglio chi scriverà lo Statuto nuovo di zecca ... la Cricchetta al governo? Fantofolas ? Prato ? Q.beddu ? Con l'approvazione e l'aiutino di qualche supervisore italiano ? L'assemblea costituente dovrebbe essere eletta dal popolo ed al tavolo dovrebbero sedersi quei movimenti , sottolineo tutti, che hanno da sempre lottato e fatto proposte per la nostra sovranità VERA e non quella proposta ora da personaggi  che si travestono da Patrioti sardi.  

Il totale è che forse me ne andrò davvero al Mare anche perchè resta valido il Diritto di non partecipare proprio perchè questo referendum non Cambierà di certo la Sardegna ma si basa sul principio
farlocco di Anti politica e per farsi belli dopo e dire in campagna elettorale , NOI abbiamo Fatto il Referendum...
Io sono d'accordo per l'abolizione totale dei privilegi e sono però per premiare chi amministra bene.Sarei contento di pagare un buon amministratore come cittadino solo se questo fa il suo dovere e rende alla comunità il suo servizio, ma il quesito sulla possibilità di avere 80,100 consiglieri e poterli  Licenziare, beh quello non c'è , e ndi scinti duas arrìgas... 
Quindi siccome questo modo di prendere per il culo la gente non mi convince, esercito il diritto di " Gita al Mare " . Ma se magari il tempo è brutto vado e piazzo 6 NO e 4 SI così facciamo contenti tutti e domani la Sardegna sarà salvata...  ejà credici.. 



Referendum:

La parola referendum (dal gerundivo latino del verbo refero, "riferisco" (nella frase ad referendum, "[chieder dei documenti, ecc.] per riferire"[1]) indica comunemente lo strumento attraverso cui il corpo elettorale viene consultato direttamente su temi specifici; si tratta dunque di uno strumento di democrazia diretta  che consente cioè agli elettori di fornire - senza intermediari - il proprio parere o la propria decisione su un tema specifico oggetto di discussione.
Si differenzia dal plebiscito, in quanto il suo uso è regolamentato e può  anche essere di uso frequente. In Italia il referendum abrogativo è previsto dall'art. 75  della Costituzione. Il testo costituzionale prevede fondamentalmente tre tipologie di referendum: 
abrogativo, territoriale e costituzionale.
Esistono opinioni diversificate relativamente al referendum:  se per alcuni (come Rensi in La democrazia diretta) si tratta dello strumento di democrazia perfetto, per altri (esempio Labriola - Contro il referendum) è uno strumento pericoloso, dato l'alto rischio di manipolazioni e derive plebiscitarie.
L'approccio adottato nella Costituzione Italiana è in qualche modo intermedio tra le due opinioni, 
perché il referendum è normalmente riservato all'abrogazione di leggi ordinarie. 
Solo in caso di modifiche alla Costituzione può essere indetto un referendum costituzionale (Art. 138 Cost), di natura invece confermativa. In ambedue i casi il referendum appare orientato a proteggere 
l'ordinamento dello stato più che a stimolare l'innovazione legislativa.
Le richieste di referendum sono soggette a un duplice controllo, il primo, di tipo meramente tecnico, 
da parte dell'Ufficio centrale per il referendum, organo istituito dalla Legge n. 352/1970. 
Al controllo svolto dall'Ufficio centrale fa quindi seguito il giudizio circa l'ammissibilità 
delle richieste, spettante alla Corte costituzionale così come disposto dalla L. cost. n. 1/1953, 
ruolo questo che va quindi ad aggiungersi a quelli già previsti dall'art.134 Cost.


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